Archivio Contenuti

Monday 4 August 2014

Invidie velenose


Arnaldo da Villanova era sicuramente un ingegno geniale dotato di un'intuizione al di fuori del comune; senza volerci spingere fino al punto di credere che avesse davvero il dono della profezia, possiamo affermare con certezza che precorreva i tempi rispetto agli altri intellettuali della sua epoca. 

Abbiamo già rilevato come praticasse la disinfezione dei ferri chirurgici, dell'ago e del filo di seta per ricucire le ferite, e che usasse lavare le ferite stesse con l'aguardiente, cioè l'acquavite, che pochissimi al suo tempo sapevano distillare e che egli aveva imparato a produrre dalla cultura araba. 

Ma i suoi scritti medici rivelano anche altri dettagli di insospettata modernità: ad esempio, il saggio consiglio di lavare i piedi molto spesso e così pure la testa, se uno vuol vivere in salute. Non erano abitudini così diffuse, nel medioevo.

La sua eccellenza in campo medico può sicuramente avergli attirato addosso veementi invidie, specie a Parigi, dove l'università era potentissima e i maestri formavano una casta che era in grado di imporre i propri desideri al sovrano in persona. 

Sotto il regno di Luigi IX, infatti, c'era stato un violento screzio fra il sovrano e i doctores, i maestri avevano compiuto un atto di secessione abbandonando la città per trasferirsi al sud, presso Orléans, dove minacciavano di restare dando quindi corpo a un altro ateneo concorrente. 

Parigi entrò in una seria crisi economica, perché la città traeva enormi ricavi dalla presenza degli studenti venuti per frequentare la sua prestigiosissima università.

L'invidia velenosa dei colleghi fu sicuramente un movente importante nell'innesco dell'attacco ai suoi danni; ma fu il solo?

No comments:

Post a Comment