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Monday 21 July 2014

Le origini della magia



La generazione perversa che eresse la Torre di Babele, secondo la tradizione cabbalistica, abusò del potere di questa lingua originaria e divina in senso magico: voleva cioè imitare per scopi non sacri il potere creatore di Dio, e carpire un "Nome" che fosse utilizzabile in tutte le occasioni. 

La confusione delle lingue si attuò nel progressivo oblio di questo idioma sacro, sicché fu necessario inventare altri nomi, stavolta profani e quindi in qualche modo inerti, per tutte le cose.

Secondo il celebre cabalista spagnolo Avraham Abulafia, vissuto alla fine del secolo XIII, solo il mistico è capace di fondere tutte le lingue profane tra loro ritrovando la lingua santa: però mette in guardia gli uomini, perché immischiarsi in queste pratiche senza possedere la necessaria guida spirituale potrebbe provocare esiti pericolosi e addirittura demoniaci.

I profeti, secondo Abulafia, posseggono questa capacità di ritornare al linguaggio divino perché in qualche modo sono stati scelti da Dio.

Ma chi si permette di intervenire sull'opera della Creazione cercando di manipolare forze sacre che non conosce, cade nella seduzione della magia, che in pratica è un uso illecito di quel potere donato a uomini eletti per guidare gli altri verso la salvezza.

(da G. Scholem, Il Nome di Dio e la teoria cabbalistica del linguaggio, Milano 2005)

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